La posturologia è la scienza dell’equilibrio umano: studia l’equilibrio in condizioni specifiche, quelle della postura ortostatica. La posturologia si basa sul concetto di Sistema Posturale Fine (S.P.F.) che, a loro volta, seguono quelli della cibernetica. Il S.P.F. può essere comparato ad un sistema asservito di regolazione. I sistemi asserviti sono dei sistemi che possiedono un’entrata, un’uscita così come una scatola nera. Il sistema posturale fine è costituito da:
LE ENTRATE DEL S.P.F
Sono dei recettori sensoriali e/o sensitivi. Si possono classificare in due categorie: gli esocettori e gli endocettori. I primi sono recettori sensoriali che captano le informazioni provenienti dall’ambiente e le inviano alla scatola nera del S.P.F. (tre recettori sono universalmente riconosciuti: l’orecchio interno, l’occhio e la pianta del piede); i secondi sono recettori sensitivi che informano la scatola nera di quello che succede all’interno dell’individuo. Permettono al sistema di riconoscere la posizione e lo stato di ogni osso, muscolo, legamento od organo in rapporto con l’equilibrio. Essi informano in particolar modo sulla posizione degli esocettori cefalici (orecchio interno eocchio) in rapporto all’esocettore podalico. Gli endorecettori si dividono in due grandi categorie. I recettori propriocettivi ed enterocettivi.
LA SCATOLA NERA DEL S.P.F.
Essa rappresenta l’insieme delle strutture neurologiche che gestiscono l’equilibrio. Queste strutture neurologiche sono sotto-corticali e funzionano in modo automatico, come per gli impulsi cardiaci. La scatola nera: riceve le informazioni che da tutti i recettori in rapporto all’equilibrio, integra l’informazione e reagisce modificando il tono posturale.
L’USCITA DEL S.P.F.
È il mantenimento della posizione eretta. L’equilibrio posturale è un equilibrio stabile, come dire “lo stato nel quale un individuo leggermente spostato dalla sua posizione d’equilibrio, tende a ritornarci attraverso delle leggere oscillazioni” (Larousse universel 1922), ed è questo il caso della stazione bipede per l’essere umano a riposo. Poiché come aveva costume ricordare J.B. Baron: “solo le statue sono immobili”. L’uomo oscilla continuamente attorno ai suoi piedi. L’equilibrio si realizza essenzialmente grazie a delle variazioni di tensione muscolare che si organizzano in sincinesie polimuscolari riflesse controllate dalla scatola nera.
LE ENTRATE DEL S.P.F.
Abbiamo visto che ne esistono due tipi: quello che informa sulla situazione dell’individuo in rapporto all’ambiente (esocettori) e quello che informano sulla posizione rispettiva d’ogni parte del corpo l’uno rispetto all’altro (endocettori). Sherrington aveva capito l’importanza di differenziare i recettori d’informazione, che aveva raggruppato in tre sistemi: Esterocettivo, Propriocettivo ed Enterocettivo (o viscerocettivo). In posturologia, i recettori propriocettivi e viscerocettivi sono raggruppati sotto il termine di endocettori.
GLI ESOCETTORI
Tre sono universalmente riconosciuti e sono:
I recettori dell’orecchio interno sono degli accelerometri, essi informano sul movimento e la posizione della testa in rapporto alla verticale gravitaria. L’entrata vestibolare del S.P.F. comprende un sistema semi-circolare ed un sistema otolitico. Il sistema semi-circolare è un sistema di tre canali arciformi situati in tre piani perpendicolari fra di loro, sensibili alle accelerazioni angolari (rotazione della testa). I canali semi-circolari non partecipano alla regolazione fine dell’equilibrio, poiché la loro soglia minima di sensibilità alle accelerazioni è superiore alle accelerazioni oscillatorie dentro il sistema posturale fine; per contro esso interviene nell’equilibrio dinamico. Il sistema otolitico è contenuto in due vescicole: il sacculo e l’utricolo, sensibili alla gravità e all’accelerazione lineare. L’orecchio interno percepisce le accelerazioni angolari (rotazione della testa) attraverso i recettori situati nei canali semicircolari e le accelerazioni lineari attraverso il sistema utricolo sacculo. Sembra che solo questi ultimi partecipino alla regolazione posturale. In effetti, già nel 1934, TAIT J. e Mac NELLY W.H. aveva mostrato che la denervazione dei canali semicircolari non interferisce con il tono muscolare, mentre quello dell’utricolo si traduce in profonde perturbazioni della sua ripartizione. Perché le informazioni che vengono dall’orecchio interno possano essere interpretate dalla scatola nera del S.P.F., devono essere comparate alle informazioni propriocettive che permettono di conoscere la posizione della testa in rapporto al tronco e quelle del tronco in rapporto alle caviglie e soprattutto alle informazioni di pressione podalica, il solo riferimento fisso.
L’entrata visiva, grazie alla retina permette la stabilità posturale per i movimenti antero-posteriori, grazie alla visione periferica. Per contro, per i movimenti destra-sinistra, la visione centrale diviene preponderante. L’entrata visiva è attiva quando l’ambiente visivo è vicino; se la mira visiva è distante 5 metri o più, le informazioni che vengono dal recettore visivo diventano così poco importanti da non venire più prese in considerazione dal S.P.F. (Bles, 1979). Nelle condizioni standard di registrazione posturografica (mira luminosa rischiarata a 90 cm di distanza dagli occhi), il peso dell’entrata visiva diventa importante. Viene valutato con il quoziente di Romberg, che è il rapporto della superficie occhi chiusi fratto la superficie occhi aperti moltiplicato per cento (Van Parys, J.A.P., 1976). Per fare in modo che il S.P.F. possa utilizzare le informazioni visive per il mantenimento dell’equilibrio, bisogna che le informazioni visive siano comparate a quelle che vengono dall’orecchio interno e dall’appoggio plantare. In effetti l’occhio non sa dire se lo scivolamento retinico sia occasionato dal movimento dell’occhio, dal movimento della testa o dal movimento dell’insieme della massa corporea.
L’esocettore plantare permette di situare l’insieme della massa corporea in rapporto all’ambiente, grazie a delle misure di pressione a livello della superficie cutanea plantare. Quest’ultima rappresenta l’interfaccia costante tra l’ambiente ed il S.P.F.. Essa è ricca in recettori e possiede una soglia di sensibilità molto performante. I recettori che verosimilmente c’interessano di più i recettori di pressione, i baropressori, e noi sappiamo che percepiscono le pressioni da 0,3 gr.. Essi permettono di dare delle informazioni sulle oscillazioni dell’insieme della massa corporea e si comportano dunque come una piattaforma stabilometrica. Le informazioni plantari sono le uniche a derivare da un recettore fisso direttamente a contatto con un ambiente immobile rappresentato dal suolo.
GLI ENDOCETTORI
L’entrata oculo-motrice permette di comparare le informazioni di posizione fornite dalla visione a quelle fornite dall’orecchio interno grazie ai sei muscoli oculo-motori, che assicurano la motricità d’ogni globo oculare. L’entrata rachidea ha per scopo di informare il sistema posturale sulla posizione d’ogni vertebra e quindi la tensione d’ogni muscolo. L’entrata propriocettiva podalica, grazie al controllo dello stiramento dei muscoli di piedi e gambe, situa il corpo in rapporto al terreno. L’entrata rachidea e l’entrata propriocettiva podalica formano una continuità funzionale, un’estesa catena propriocettiva che riunisce i recettori cefalici ai recettori podalici (Roll) e dunque permette di situare l’orecchio interno e gli occhi in rapporto ad un recettore fisso costituito dai piedi. Ciò consente una codificazione delle informazioni spazio-temporali cefaliche.
L’USCITA DEL SISTEMA POSTURALE
Il mantenimento del corpo vicino ad una posizione fissa è possibile grazie, fra l’altro, ai muscoli tonici che permettono di respingerci dal suolo. Questi muscoli possiedono fibre rosse ed hanno come caratteristiche:
I muscoli fasici controllano la stabilizzazione posturale. Possiedono fibre bianche ed hanno come caratteristiche: